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L'effettivo di cervi che ha svernato nei Grigioni ha raggiunto la soglia dei 15 000 capi e quindi il limite di sostenibilità. Con la caccia si devono impedire conseguenze negative per l'habitat, in particolare per i boschi di protezione, ma anche per gli stessi animali. Ciò richiede un forte intervento venatorio.

Sono numerosi i grigionesi che cacciano per piacere e per passione. La caccia è però legittima soltanto se è intesa e svolta anche quale impegno e incarico. Gli effettivi di selvaggina "produttivi" (cervi, caprioli, camosci alle basse quote, stambecchi in Engadina, cinghiali nel Grigioni meridionale) devono essere regolati per mantenere minimi gli effetti negativi sul loro habitat. Senza dubbio la selvaggina fa anche parte del bosco. I danni a giovani alberi vanno perciò tollerati, se non superano una determinata misura. L'entità dei danni deve però rimanere entro limiti sopportabili per il paesaggio rurale e non deve ridurre la funzione del bosco di protezione. Sono pur sempre due terzi i boschi grigionesi con funzione di protezione dai pericoli naturali.

Il compito più importante rimane la regolazione dell'effettivo di cervi 
Durante l'inverno 2013/2014, a sud delle Alpi sono caduti quantitativi di neve oltre la norma. Grazie a una regolazione degli effettivi di selvaggina coerente e all'assenza di lunghi periodi freddi, anche in queste regioni l'entità della selvaggina perita è risultata contenuta. Nel Cantone dei Grigioni bisogna ancora partire dal presupposto di un effettivo primaverile di 15 000 cervi. Esso è in aumento in particolare alle basse quote. In queste zone, il raggiungimento dei piani di abbattimento è una condizione irrinunciabile per una regolazione di successo dell'effettivo di cervi. I cervi presenti questa primavera nei Grigioni sono nel frattempo aumentati di almeno un terzo. Nei prossimi dieci mesi vi dovrà quindi essere una riduzione di oltre 5 000 capi, se si vuole evitare che questo effettivo cresca ulteriormente. Il contributo a questa regolazione va fornito anzitutto dalla caccia grigionese con licenza. Il piano degli abbattimenti prevede un prelievo di 4 655 cervi. Esso si situa quasi in tutte le regioni negli stessi ordini di grandezza dell'anno precedente. Nella regione di Felsberg, a seguito del branco di lupi presente sul Calanda il piano degli abbattimenti è stato ridotto di 20 cervi. I progetti pilota per la gestione minuziosa in parti di zone di protezione della selvaggina vengono portati avanti.
Le ricerche in merito alla migrazione della popolazione di cervi nella zona del Rätikon sono concluse e verranno pubblicate il prossimo inverno in un rapporto conclusivo. A titolo di novità, è stato avviato un progetto per la sorveglianza e la spiegazione della migrazione dei cervi nella zona di confine tra la Mesolcina e il Cantone Ticino. Finora, in questa zona hanno potuto essere muniti di un trasmettitore 18 cervi. In tutti e due i progetti, l'obiettivo consiste nell'ottenere conoscenze più precise sull'entità e sul momento della migrazione dei cervi oltre confine.
I casi di tubercolosi constatati nel Vorarlberg e in Tirolo nelle popolazioni di cervidi impongono corrispondenti verifiche da parte del Cantone dei Grigioni. A questo scopo, nel tardo autunno in Prettigovia e in Engadina Bassa verranno raccolti i campioni necessari. 

Nuova unità di rilevamento per gli animali abbattuti: settore invece di comune 
Una novità importante concerne le indicazioni in merito al luogo di abbattimento di un animale. Dal punto di vista della pianificazione della caccia e della polizia della caccia, è necessaria un'indicazione corretta del luogo di abbattimento. A seguito delle continue aggregazioni di comuni, il sistema attuale che prevede di rilevare il nome del comune in cui è avvenuto l'abbattimento deve essere sostituito. A titolo di novità, il Cantone viene suddiviso in settori che costituiscono le nuove unità di rilevamento. Questi settori seguono principalmente i confini geografici e sono rappresentati su una cartina allegata all'elenco degli abbattimenti. A partire dal 1° di agosto potranno essere visionati anche in internet all'indirizzo www.settore-caccia.gr.ch

La caccia al capriolo e al camoscio non subisce importanti cambiamenti 
La caccia al capriolo giovane introdotta in Engadina, Val Monastero e Bregaglia come progetto pilota durante gli ultimi due giorni della caccia alta viene estesa a quattro giorni. A titolo di novità, un abbattimento di questo tipo non viene più calcolato nel contingente di tre capi, bensì nel contingente supplementare.
Quest'anno la caccia al camoscio subisce un'unica modifica: in Domigliasca, Heinzenberg e sul versante destro dello Schams la caccia alla femmina di camoscio viene estesa da 13 a 17 giorni. 


Persone di riferimento:
- Dr. Georg Brosi, Ufficio per la caccia e la pesca, tel. 081 257 38 92, e-mail Georg.Brosi@ajf.gr.ch  
- Hannes Jenny, biologo della selvaggina, Ufficio per la caccia e la pesca, tel. 081 257 38 92, e-mail Hannes.Jenny@ajf.gr.ch  


Organo: Ufficio per la caccia e la pesca dei Grigioni
Fonte: it Ufficio per la caccia e la pesca dei Grigioni
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