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Sessione: 08.12.2009
Praticamente tutti i Cantoni svizzeri dispongono di una legge edilizia cantonale. Il Cantone dei Grigioni fa eccezione.

Come si è recentemente potuto leggere sulla stampa, ciò fa sì che i comuni grigionesi trattino diversamente il conflitto d'interessi tra estetica ed efficienza energetica nell'ambito dell'autorizzazione di impianti solari nella zona nucleo. Questa selva di differenti prassi comunali è assurda, in particolare quando si tratta di utilizzare impianti energetici sostenibili ed ecocompatibili.

È vero che nel Cantone dei Grigioni esiste una cosiddetta legislazione modello, la quale non è però vincolante per i comuni.

Nemmeno le disposizioni contenute nella legge cantonale sulla pianificazione territoriale costituiscono una base sufficiente.

Nell'ambito della legislazione edilizia comunale e della relativa prassi risultano disparità con le conseguenti iniquità che il cittadino normale e il committente interessato rispettoso dell'ambiente non riescono a capire.

Come si intende spiegare in modo plausibile ai soggetti di diritto il motivo per cui a Zizers si è rinunciato alla limitazione che impedisce la posa di collettori solari sulle facciate e sui piani inclinati, mentre il Comune di Domat/Ems resta fedele a una tale limitazione?

Al giorno d'oggi, quando addirittura il Cantone avanza nella promozione di energie rinnovabili e nell'aumento dell'efficienza energetica (vedi pannelli solari sul nuovo edificio della scuola cantonale Halde, allacciamento dell'ospedale cantonale alla rete di teleriscaldamento, ecc.), è inaccettabile che i comuni possano, a loro piacimento e in virtù dell'autonomia comunale, rendere in parte impossibile la realizzazione di progetti sensati e sostenibili. In considerazione della scarsità energetica che va delineandosi e del progresso nello sviluppo della tecnologia solare ed eolica, va ripensata proprio la protezione del sito caratteristico, tirata in ballo in alcuni casi.

Un'uniformazione a livello cantonale può dunque essere ottenuta unicamente attraverso l'emanazione di una legge edilizia cantonale.

Si prega perciò il Governo di rispondere alle seguenti domande:

1. Qual è la posizione del Governo in relazione alla problematica descritta?

2. Il Governo è anch'esso dell'opinione che la posa di impianti solari ed eolici dovrebbe incontrare il minor numero possibile di ostacoli giuridici anche nelle zone nucleo?

3. Il Governo è disposto a esaminare l'emanazione di una legge edilizia cantonale?

4. Qualora il Governo fosse contrario all'emanazione di una legge edilizia cantonale, è almeno disposto a risolvere in altro modo la problematica precedentemente illustrata? Se sì, quale potrebbe essere questa soluzione?

Coira, 8 dicembre 2009

Menge, Arquint, Barandun, Dermont, Frigg-Walt, Gartmann-Albin, Jäger, Krättli-Lori, Loepfe, Marti, Meyer Persili (Coira), Meyer-Grass (Klosters Dorf), Peyer, Pfenninger, Pfiffner-Bearth, Pfister, Trepp, Brasser

Risposta del Governo

In merito alle domande 1–4 formulate nell'interpellanza si può prendere posizione come segue:

Il Governo considera eccessivo chiedere una "legge edilizia cantonale" perché due comuni grigionesi seguono una prassi differente nella valutazione di collettori solari su edifici esistenti, dando, nella ponderazione degli interessi, un peso diverso da un lato all'interesse all'impiego di energie rinnovabili e dall'altro alle esigenze estetiche
o di protezione del sito caratteristico. In considerazione dell'autonomia comunale, l'emanazione di una legge edilizia cantonale non è politicamente attuabile. Per disciplinare in modo uniforme gli impianti solari sarebbe comunque sufficiente inserire nella LPTC in vigore un singolo articolo specifico limitato a questo tema. Ma nemmeno l'emanazione a livello cantonale di uno speciale articolo sugli impianti solari può essere sostenuta, ciò per i seguenti motivi:

a) Anche qualora a livello cantonale venisse emanato un articolo specifico sugli impianti solari, in considerazione delle circostanze locali e delle esigenze di tutela nelle zone nucleo differenti da comune a comune, il legislatore non potrebbe fare a meno di concedere ai comuni, tramite una formulazione "aperta" o tramite termini giuridici vaghi, i necessari margini di giudizio per la decisione in merito a impianti solari. La possibilità che i comuni affrontino in modo diverso il conflitto di interessi tra efficienza energetica da un lato ed estetica edilizia/ protezione del sito caratteristico dall'altro esisterebbe quindi in un modo o nell'altro.

b) A prescindere da ciò, per gli impianti solari esiste già a livello federale una direttiva vincolante per tutta la Svizzera, precisamente l'art. 18a della legge federale sulla pianificazione del territorio (LPT), secondo cui gli impianti solari vanno autorizzati se sono "accuratamente integrati nei tetti e nelle facciate … sempre che non ne risultino pregiudicati monumenti culturali o naturali d'importanza cantonale o nazionale". Per ciò che riguarda il significato di "accuratamente integrati", ai comuni spetta di nuovo (a giusta ragione) un margine di giudizio.

Si deve in fin dei conti considerare che non sono di interesse pubblico unicamente il miglioramento dell'efficienza energetica e la riduzione del CO2 quali importanti pilastri di una politica climatica sostenibile, bensì anche la protezione di paesaggi, siti caratteristici e singole costruzioni. Le decisioni concernenti gli impianti solari o anche altri vettori energetici rinnovabili, come impianti eolici e a biomassa, vengono sempre prese considerando i diversi interessi menzionati. Per venire a capo del conflitto di interessi è meglio ricorrere ad approcci di soluzione intelligenti, anziché a rimedi legislativi. - Nel corso dell'ultima revisione della LPTC, il Cantone ha del resto già fornito un significativo contributo a favore dell'efficienza energetica, stabilendo per tutto il Cantone un esonero dal rispetto delle prescrizioni di polizia edilizia per isolamenti esterni (art. 82 cpv. 2 LPTC).

È un fatto che l'importanza dei vettori energetici rinnovabili come impianti solari, impianti eolici, ecc. aumenterà nei prossimi anni, ciò che potrebbe esporre l'aspetto di paesaggi, siti caratteristici e singole costruzioni a una pressione (supplementare) da non sottovalutare. L'obiettivo è porre un freno a questa pressione sui valori tramandati di protezione della natura e del paesaggio senza mettere in discussione i potenziali di efficienza e di risparmio della politica climatica, inserendo bene i relativi impianti oppure concentrandoli in ubicazioni adeguate (parchi eolici; impianti solari in zone industriali, ecc.). L'Ufficio per lo sviluppo del territorio e l'Ufficio dell'energia e dei trasporti hanno pubblicato una guida per la valutazione di impianti eolici. Qualora dalla prassi dovessero risultare importanti problemi, varrebbe eventualmente la pena esaminare la possibilità di pubblicare una direttiva per la valutazione di impianti solari.

17 marzo 2010