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Sessione: 19.04.2011
Il Governo del Cantone dei Grigioni viene incaricato di richiedere alla Confederazione in che misura presso centrali idroelettriche svizzere i risanamenti dei deflussi residuali secondo l'art. 80 LPAc possano essere sospesi per i prossimi 10 anni.

Dopo i tragici e allarmanti eventi accaduti in Giappone, tra la popolazione svizzera si è sviluppata la consapevolezza che a livello mondiale e anche in Svizzera l'energia nucleare verrà molto probabilmente abbandonata quale opzione per la produzione di energia. Il PBD accetta queste premesse, tanto più che il partito già prima degli eventi attuali aveva formulato l'obiettivo di un abbandono dell'atomo a medio-lungo termine. Il PBD non è però disposto a rinunciare perciò ai suoi intenti di politica energetica, ossia alla produzione di energia autonoma e con emissioni di CO2 ridotte. L'abbandono dell'energia nucleare non deve perciò avvenire a scapito del clima e la Svizzera non deve dipendere da energia elettrica "sporca" proveniente dall'estero.

Con l'abbandono dell'energia nucleare, un giorno mancherà il 40% dell'elettricità prodotta in Svizzera. A ciò si aggiunge il fatto che a seguito di diversi sviluppi (p.es. l'incremento della popolazione, l'impiego di pompe di calore, il potenziamento della mobilità con mezzi elettrici, ecc.) il consumo di elettricità crescerà ogni anno di oltre il 2%, nonostante tutte le misure di efficienza.

Il PBD vede i seguenti campi d'azione della politica energetica: l'utilizzo efficiente dell'energia e una maggiore produzione propria di energia pulita. Nel secondo campo d'azione, si tratta di incrementare le forze idriche come forma di energia più preziosa dal punto di vista ecologico ed economico, oltre ad altre fonti di energia rinnovabili. Vanno esaminati gli ampliamenti e i potenziamenti di centrali idroelettriche esistenti, nonché la loro ottimizzazione. Sono tuttavia da attendersi opposizioni da parte dei movimenti legati all'ecologia e alla protezione del paesaggio, con i conseguenti ritardi. Perciò in questa fase è importante mantenere le capacità produttive già presenti.

Conformemente all'art. 80 cpv. 1 della legge federale sulla protezione delle acque (LPAc), qualora un corso d'acqua sia sensibilmente influenzato da prelievi, il suo corso a valle deve essere risanato, conformemente alle prescrizioni dell'autorità, nella misura in cui non si arrechi ai diritti esistenti di sfruttamento delle acque un pregiudizio tale da giustificare il versamento di un'indennità. I risanamenti supplementari vanno indennizzati (art. 80 cpv. 2 LPAc). Conformemente all'art. 81 cpv. 2 LPAc, le misure di risanamento vanno concluse entro la fine del 2012.

I prelievi d'acqua già risanati mostrano che a un risanamento dei deflussi residuali è correlata una perdita di produzione pari ad almeno il 10%. Queste perdite di produzione vanno compensate in altro modo, motivo per cui si rendono necessarie nuove unità di produzione. Le sfide attuali della politica energetica richiedono una ponderazione degli interessi che favorisca un mantenimento delle capacità produttive esistenti nel settore delle forze idriche. I risanamenti dei deflussi residuali vanno perciò sospesi temporaneamente per 10 anni.

Coira, 19 aprile 2011

Parolini, Kollegger (Coira), Felix, Aebli, Bleiker, Buchli-Mannhart, Campell, Casty, Clalüna, Dudli, Grass, Heinz, Jeker, Koch (Tamins), Komminoth-Elmer, Lorez-Meuli, Mani-Heldstab, Michael (Donat), Montalta, Niggli-Mathis, Papa, Pedrini (Roveredo), Stiffler (Davos Platz), Tscholl, Fausch, Gugelmann, Haltiner, Müller (Haldenstein)

Risposta del Governo

Il risanamento dei deflussi residuali è disciplinato nella legge federale sulla protezione delle acque (LPAc; RS 814.20). Dall'entrata in vigore della LPAc, dei 218 prelievi d'acqua esaminati nel Cantone dei Grigioni già 50 sono stati adeguati con effetto esecutivo alle nuove disposizioni del diritto in materia di protezione dell'ambiente, nel corso di nuove concessioni o nell'ambito di altre procedure relative ai diritti d'acqua. Anche per il Governo è chiaro che tali risanamenti dei deflussi residuali provocano diminuzioni della produzione di energia, da compensare in un altro modo.

Quando però, conformemente al presente incarico, si chiede di sospendere i risanamenti non ancora avvenuti per dieci anni, il Governo ricorda da una parte che una tale moratoria non rientra nelle competenze decisionali del Cantone. Sarebbe piuttosto la Confederazione l'organo competente. Tuttavia, una tale idea non è stata prevista o concretamente considerata nemmeno nel recente approfondito dibattito delle Camere federali, relativo alla situazione della politica energetica successiva alla catastrofe in Giappone.

D'altra parte, secondo il Governo, un cambiamento nella prassi di attuazione della legge federale sulla protezione delle acque, per evitare una diminuzione della produzione di elettricità da forze idriche, sarebbe sbagliato o inaccettabile politicamente e insostenibile giuridicamente non solo dal punto di vista della protezione dell'ambiente. Il mandato legislativo di provvedere a deflussi residuali sufficienti esiste infatti dal 1992. Il termine originario di fine 2007 è già stato prorogato di cinque anni a fine 2012, nel quadro del programma di sgravio 2003 della Confederazione. Dopo che però diversi impianti nel Cantone hanno nel frattempo attuato le relative disposizioni, un esonero degli altri impianti, anche solo provvisorio, dall'obbligo di risanamento ancorato nella legge corrisponderebbe a un privilegio inammissibile per queste società.

Secondo la convinzione del Governo, a seguito della difficile situazione attuale causata da Fukushima, invece di una moratoria per il risanamento dei deflussi residuali bisognerà fare il possibile affinché non vengano posti ostacoli inutili all'ottimizzazione e all'ampliamento di centrali idroelettriche esistenti, nonché alla costruzione di singole grandi centrali, nella misura in cui le condizioni quadro necessarie siano soddisfatte. Bisogna infine creare condizioni possibilmente favorevoli, segnatamente anche in vista dell'imminente rinnovo di diversi rapporti di concessione per impianti esistenti nel Cantone. Secondo il Governo, questo aspetto deve ricevere la priorità maggiore.

Per i motivi esposti il Governo respinge l'incarico.

8 luglio 2011