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Sessione: 24.10.2012
Da alcuni anni, in molti comuni del Cantone constatiamo un sensibile aumento della quota di stranieri tra gli allievi. Sempre più comuni e le loro scuole si vedono confrontati con il difficile compito di dover scolarizzare bambini di tutte le classi di età senza conoscenze della lingua scolastica o con conoscenze soltanto insufficienti.

Questi bambini, e spesso anche i loro genitori, oltre a non conoscere la lingua scolastica, non hanno alcuna idea o solo un'idea vaga della nostra cultura e delle condizioni sociali ed economiche nel nostro Cantone. Un'integrazione diventa quindi molto difficile e soprattutto molto costosa per i singoli comuni. Nella maggior parte dei casi non ci si può attendere un sostegno da parte dei genitori. Per contro, molti di questi genitori pongono elevate aspettative alla scuola.

Una scuola d'integrazione gestita da diversi comuni potrebbe considerare diversi settori di vita di queste famiglie, tra l'altro anche il settore socio-culturale. In questo modo, si potrebbero coinvolgere in modo mirato i genitori, ciò che è di grande importanza per il sostegno dei loro figli in questioni scolastiche.

Se siamo disposti a impiegare mezzi finanziari per misure integrative già per bambini piccoli, istruzione prescolastica e prime classi di scuola elementare, nonché a offrire un certo grado di formazione ai genitori, nell'insieme ciò ci verrebbe a costare meno. Oggi, gli elevati costi nell'integrazione di allievi stranieri non sorgono soltanto all'inizio dell'obbligo scolastico, bensì anche nelle classi superiori per i più diversi provvedimenti speciali. Queste strutture potrebbero essere rese molto più efficienti a favore del bambino, ma anche a favore del comune grazie a una strategia globale che prevede l'integrazione a partire dall'inizio della carriera scolastica. Anche la futura integrazione professionale viene così resa molto più facile e promettente. Con gli attuali sforzi d'integrazione, molti bambini con genitori stranieri hanno possibilità molto limitate di imparare una professione.

Riassumendo, bisogna dire che con le misure esistenti per l'integrazione nei singoli comuni il bisogno di integrazione di bambini stranieri e dei loro genitori ai vari livelli (lingua, socializzazione, cultura) è coperto solo in parte o in modo insufficiente; le offerte spesso locali e individuali sono costose e raggiungono solo in parte i genitori. Inoltre, i responsabili scolastici non credono più che un'integrazione di successo possa avvenire attraverso le strutture regolari.

Le firmatarie e i firmatari pongono ora le seguenti domande:

1. Secondo il Governo è possibile promuovere e coordinare soluzioni regionali per l'integrazione dei bambini alloglotti attraverso scuole d'integrazione?

2. Esiste un potenziale d'ottimizzazione nel senso che gli uffici coinvolti collaborino in modo più stretto e impieghino i mezzi disponibili in modo ottimale per la promozione dell'integrazione?

3. Il Governo vede delle possibilità di sostegno per progetti pilota che si orientano, per quanto possibile, a istituzioni già esistenti (ad es. Palottis, Schiers e scuola St. Catherina, Cazis)?

Coira, 24 ottobre 2012

Zweifel-Disch, Locher Benguerel, Kleis-Kümin, Augustin, Baselgia-Brunner, Berther (Camischolas), Bezzola (Samedan), Blumenthal, Brandenburger, Bucher-Brini, Casanova-Maron, Casutt, Clalüna, Darms-Landolt, Dermont, Dosch, Engler, Gartmann-Albin, Giacomelli, Hitz-Rusch, Holzinger-Loretz, Jaag, Kasper, Kunz (Fläsch), Kunz (Coira), Märchy-Caduff, Meyer-Grass, Müller (Davos Platz), Niederer, Niggli-Mathis (Grüsch), Noi-Togni, Perl, Peyer, Pult, Steck-Rauch, Stiffler (Coira), Thöny, Tomaschett (Breil), Tomaschett-Berther (Trun), Trepp, Waidacher, Wieland, Zanetti, Farrér, Hensel, Lauber, Monigatti, Patt (Tartar), Patt (Jenaz), Schlatter

Risposta del Governo

La legge federale sugli stranieri (LStr; RS 142.20) definisce l'integrazione quale compito in comune e richiede a Confederazione, Cantone e comuni che nell'adempiere i loro compiti tengano conto delle esigenze dell'integrazione. Al Cantone spettano in primo luogo compiti strategici e di coordinamento.

Per quanto riguarda il settore della scuola popolare, i principi della promozione dell'integrazione sono stabiliti nell'ordinanza sul promovimento linguistico di bambini alloglotti nelle scuole dell'infanzia e nelle scuole popolari del Cantone dei Grigioni (CSC 421.900) e nelle direttive per l'incentivazione dei bambini alloglotti emanate dal Dipartimento dell'educazione, cultura e protezione dell'ambiente. Queste direttive si rifanno all'ordinanza cantonale relativa alla legge d'applicazione della legislazione federale sugli stranieri e sull'asilo (OLAdLSA; CSC 618.110), che obbliga le autorità cantonali e i comuni a promuovere l'integrazione tramite le strutture ordinarie.

La promozione dell'integrazione a scuola comprende in primo luogo l'insegnamento di sostegno destinato a bambini alloglotti, sovvenzionato dal Cantone. Tra le altre misure d'integrazione possibili rientrano corsi di lingua e di cultura d'origine, incontri informativi per i detentori dell'autorità parentale di bambini alloglotti, corsi di lingua o aiuto nei compiti. Per quanto riguarda il coinvolgimento dei detentori dell'autorità parentale, un ruolo centrale spetta inoltre ai colloqui con i genitori. Almeno una volta all'anno, gli insegnanti invitano i genitori a un tale colloquio, che offre possibilità di scambio.

Il Governo risponde come segue alle domande poste:

Domanda 1: Secondo il Governo è possibile promuovere e coordinare soluzioni regionali per l'integrazione dei bambini alloglotti attraverso scuole d'integrazione?

Secondo le disposizioni legislative indicate sopra, l'integrazione di bambini alloglotti nella scuola popolare deve avvenire attraverso le strutture ordinarie. Scuole d'integrazione regionali per allievi stranieri sono in contrasto con il principio di un'integrazione nella classe regolare. Il Governo non ritiene perciò opportuna la creazione di scuole d'integrazione separate. Per contro, nei Gigioni le classi d'integrazione di enti scolastici pubblici hanno dato buoni risultati. In queste classi si impara il più in fretta possibile la lingua locale con l'obiettivo dell'integrazione nella classe regolare.

Domanda 2: Esiste un potenziale d'ottimizzazione nel senso che gli uffici coinvolti collaborino in modo più stretto e impieghino i mezzi disponibili in modo ottimale per la promozione dell'integrazione?

Già oggi esiste una collaborazione interdipartimentale tra i servizi dell'Amministrazione cantonale. Quale esempio è possibile indicare il gruppo di lavoro "Integrazione" istituito dal Governo, in seno al quale collaborano rappresentanti di otto servizi cantonali diversi. I loro compiti sono tra l'altro il coordinamento delle attività di integrazione all'interno dell'Amministrazione, nonché la reciproca informazione relativa a offerte d'integrazione esistenti e previste.

Domanda 3: Il Governo vede delle possibilità di sostegno per progetti pilota che si orientano, per quanto possibile, a istituzioni già esistenti (ad es. Palottis, Schiers e scuola St. Catherina, Cazis)?

Con offerte differenziate, le formazioni transitorie nel Cantone dei Grigioni preparano i giovani con formazioni scolastiche preliminari diverse a entrare con successo nel mondo del lavoro. Non è individuabile una tendenza a un maggiore sfruttamento di queste formazioni transitorie. Le strutture sarebbero in grado di far fronte a un eventuale aumento della richiesta senza dover procedere ad adeguamenti strutturali. I sussidi finanziari del Cantone alle formazioni transitorie ammontano a circa 2,8 milioni di franchi all'anno.
Per quanto riguarda la scuola popolare, la legge scolastica non prevede alcuna possibilità di sostegno separato per allievi alloglotti analoga a quella offerta dalle cosiddette formazioni transitorie successive alla scuola dell'obbligo.

17 dicembre 2012