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Sessione: 09.10.2001
Con pubblicazione del 24 maggio 2001 la popolazione e gli ambienti interessati sono stati esortati a presentare in forma scritta al Dipartimento competente i propri suggerimenti e le proprie obiezioni in merito al piano direttore cantonale.

Il PDC ordinario, la carta di sintesi 1:50000 e la carta 1:25000 sulle zone di protezione della natura, contrassegnata come allegato al PDC, costituivano i documenti dell'esposizione pubblica.

Nell'ambito di questa consultazione sono state presentate innumerevoli prese di posizione che vengono valutate dall'Ufficio di pianificazione e crescono in giudicato con decreto governativo. In presenza di questo scenario giuridico il Gran Consiglio, quale autorità legislativa, non può essere coinvolto.

Un piano direttore cantonale deve esprimere l'indirizzo strategico del futuro sviluppo del Cantone, uno sviluppo a cui il progetto di piano direttore rende giustizia solo in parte. Il progetto si fissa troppo sulla più completa enumerazione di zone di protezione estremamente esigue. Questa insistenza su aree poco estese prefigura una pianificazione all'insegna degli impedimenti.

In occasione delle manifestazioni informative i rappresentanti dell'Ufficio cantonale di pianificazione e dell'Ufficio cantonale per la natura e il paesaggio hanno spiegato che la carta di sintesi e la carta sulle zone di protezione della natura non sono vincolanti per le autorità e che questi piani hanno unicamente carattere informale. Dai documenti dell'esposizione pubblica risulta inoltre che sono stati commessi errori tecnici, per esempio nella delimitazione di zone di protezione del paesaggio e nella compilazione di inventari per la protezione della natura, che comunque non dovrebbero più far parte del vocabolario della pianificazione del territorio. Se nelle pianificazioni locali s'insinuano simili errori, l'esposizione nei comuni va ripetuta.

Considerando la portata di uno strumento di pianificazione del genere i firmatari chiedono al Governo di presentare rapporto al Gran Consiglio, una volta valutato l'esito della consultazione.


Coira, 9 ottobre 2001

Name: Telli, Möhr, Bär, Ambühl, Bachmann, Barandun, Bischoff, Bühler, Butzerin, Capaul, Casanov (Vignogn), Cathomas, Catrina, Christoffel, Claus, Conrad, Dalbert, Demarmels, Dermont, Donatsch, Farrér, Federspiel, Feltscher, Geisseler, Giacometti, Hanimann, Hardegger, Hartmann, Heinz, Hübscher, Hug, Jeker, Juon, Lardi, Lemm, Locher, Loepfe, Maissen, Montalta, Nick, Parolini, Parpan, Patt, Pleisch, Ratti, Righetti, Rizzi, Robustelli, Roffler, Scharplatz, Schmid (Sedrun), Schmid (Splügen), Stiffler, Thomann, Thöny, Trachsel, Tuor (Trun), Valsecchi, Walther, Zarro, Zegg, Zinsli

Session: 09.10.2001
Vorstoss: it Postulat


Risposta del Governo

Con il presente postulato si chiede che il Governo allestisca un rapporto in merito
al nuovo piano direttore cantonale e che lo sottoponga all'attenzione del Gran Con-
siglio conformemente all'articolo 50c del regolamento organico del Gran Consiglio.

Il Governo si oppone a questa richiesta motivando la sua posizione con le seguenti riflessioni:

un rapporto concernente il piano direttore cantonale con relativo dibattito parla-
mentare e possibilità di esercitare un'influenza appare di primo acchito cosa dis-
cutibile, poiché nel caso del piano direttore cantonale si tratta, contrariamente agli altri settori politici, che in passato sono stati oggetto di rapporti all'indirizzo del Gran Consiglio, di una sfera di competenza con un proprio diritto procedurale specifico. Stando a questo diritto procedurale, la competenza per l'elaborazione e l'eman-
azione definitiva del piano direttore spetta esplicitamente all'Amministrazione risp.
al Governo. La legge cantonale sulla pianificazione territoriale (LPTC), attualmente (ancora) vigente, non prevede una partecipazione del Parlamento, né sotto forma
di “discussione/spiegazione/presa di conoscenza” né sotto forma di “approvazione
o decisione”. Una richiesta di coinvolgimento del Gran Consiglio nei lavori del piano direttore cantonale è stata espressamente bocciata in occasione del dibattito par-
lamentare sull'ultima revisione della LPTC (cfr. PGC maggio 1986, pag. 155-158). Considerato questo scenario sarebbe cosa discutibile se ora si tentasse comunque di accordare al Gran Consiglio, tramite lo strumento del rapporto, l'accesso ai lavori concernenti il piano direttore cantonale.

Perlomeno in relazione al piano direttore ora disponibile, la stesura di un rapporto che permetta un dibattito parlamentare va messa in dubbio soprattutto anche dal profilo materiale. Conformemente alla filosofia grigione in materia di pianificazione dal basso all'alto, il piano direttore cantonale si basa in numerosi settori, come per esempio anche la protezione del paesaggio e il turismo, che hanno dato adito al presente postulato, su piani direttori regionali cresciuti in giudicato, mentre in altri ambiti, come la protezione della natura, esso poggia su lunghe e faticose trattative ed intese con le regioni. Tenendo conto di questo specifico carattere del piano direttore, riconducibile alla dimensione e alla molteplicità del Cantone, un dibattito in
Gran Consiglio risulta essere una soluzione problematica. Un dibattito del genere
potrebbe pregiudicare l'equilibrio, raggiunto con i piani direttori regionali e altri accordi, fra le esigenze di tutela e di utilizzazione nonché generare nuove insicurezze. Su questo sfondo, un coinvolgimento del Gran Consiglio nell'attività che gravita attorno al piano direttore cantonale sarebbe opportuno piuttosto in relazione alla formulazione della politica dell'assetto territoriale cantonale di rango superiore. Nel quadro dei lavori in corso relativi alla revisione della LPTC, un coinvolgimento del Gran Consiglio in questi termini sarà esaminato anche concretamente. Per quanto attiene al nuovo piano direttore cantonale il postulato coinvolgimento del Parlamento non sarebbe più opportuno, qualora si limitasse soltanto al capitolo dedicato alla politica dell'assetto territoriale di rango superiore. Un simile dibattito parlamentare sugli obiettivi generali della politica di pianificazione territoriale avrebbe dovuto avvenire prima dell'elaborazione delle parti operative del piano direttore, tanto più che queste devono conformarsi agli obiettivi generali.

Sulla base di queste riflessioni il Governo chiede di respingere il postulato.