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Sessione: 21.04.2009
Recentemente è stato pubblicato il rapporto "Strategie per la gestione di zone a scarso potenziale", promosso dall'Ufficio cantonale per l'economia e il turismo. Sulla base di una prima fase di progetto, esso indaga la questione di come possa affrontare strategicamente il fenomeno delle aree d'emigrazione. Si richiama espressamente l'attenzione sul fatto che le cosiddette zone a scarso potenziale dispongono senz'altro di potenziali, ma mostrerebbero una carenza di idee innovative e di capacità per attuarle e si sottolinea poi che una ripresa economica o addirittura una crescita sarebbero ipotizzabili, se venissero identificate capacità sufficienti; in caso contrario rimarrebbe solo la contrazione o il ricollocamento. Nel riassunto introduttivo, a tale proposito viene precisato quanto segue: "Se gli attori dispongono di capacità sufficienti, è possibile definire realistico un modello di sviluppo che preveda una ripresa o addirittura una crescita economica. Se non possono venire identificate capacità sufficienti, l'unica via futura percorribile è la contrazione o il ricollocamento di una zona a scarso potenziale."

In questo contesto chiediamo al Governo di rispondere alle seguenti domande:

1. Qual è la posizione del Governo nei confronti delle zone a scarso potenziale, e a proposito della suddivisione in zone critiche e tendenzialmente critiche?

2. Il Governo condivide l'opinione degli esperti, contenuta nel rapporto, secondo cui le zone a scarso potenziale dispongono senz'altro di potenziali, ma mostrerebbero una carenza di idee innovative e di capacità per attuarle?

3. Il Governo parte dal presupposto che le strategie e le misure presentate nel rapporto forniscano le idee innovative necessarie alle regioni interessate?

4. Qual è la posizione del Governo nei confronti del fatto che per le zone critiche verrebbe considerata solo una strategia di riduzione che accompagni in modo attivo il processo di riduzione in corso o che addirittura lo sostenga?

5. Il Governo intende applicare le strategie formulate nel rapporto e porle alla base delle future decisioni di politica regionale?

6. In caso contrario, quali sono le strategie del Governo per la futura gestione delle regioni economicamente deboli?

Coira, 20 aprile 2009

Nick, Barandun, Bezzola (Samedan), Bezzola (Zernez), Bühler-Flury, Casparis-Nigg, Caviezel (Pitasch), Claus, Clavadetscher, Donatsch, Feltscher, Hartmann (Coira), Hartmann (Champfèr), Jenny, Kessler, Krättli-Lori, Kunz, Marti, Meyer-Grass (Klosters Dorf), Michel (Davos Monstein), Peer, Perl, Pfäffli, Ragettli, Rizzi, Thomann, Toschini, Valär, Wettstein

Session: 21.04.2009
Vorstoss: it Anfrage

Risposta del Governo

Le zone a scarso potenziale sono aree delimitabili dal punto di vista geo-topografico, nelle quali si trovano dei comuni la cui vitalità a medio-lungo termine è in pericolo. Diversi processi si accumulano formando una spirale discendente. Sono quindi da attendersi un'emigrazione permanente e la messa in pericolo della vitalità economica autonoma.

1. Il Governo ha commissionato l'elaborazione di un rapporto di base, affinché la situazione attuale venga analizzata e siano stabiliti degli indicatori. Si è preso atto dei risultati (rapporti sulla fase 1 e 2) e dell'affermazione secondo cui in ogni valle sono presenti dei potenziali. Per potersi confrontare con questa tematica è opportuno definire dei concetti e classificare delle aree. Sembra opportuno distinguere tra comuni "critici" e "tendenzialmente critici", rispettivamente tra "zone a scarso potenziale di prima e seconda priorità". Le constatazioni dei rapporti sono state pubblicate periodicamente e sono pubblicamente accessibili.

2. La valutazione contenuta nel rapporto secondo la quale tutti gli spazi parziali grigionesi dispongono di potenziali viene condivisa. Non si tratta solo di un'opinione degli esperti che hanno redatto il rapporto, bensì di una conclusione del gruppo di progetto, composto da rappresentanti di Uffici federali e di servizi cantonali specializzati, nonché delle conclusioni tratte da workshop condotti nelle regioni interessate. Ne emerge che la valorizzazione dei potenziali e di conseguenza lo sviluppo economico nelle singole valli dipendono in misura importante dalla presenza di imprese attive e di attori regionali. Anche questa valutazione si fonda su basi solide.

3. Nel rapporto "Strategie per la gestione di zone a scarso potenziale" vengono abbozzate delle opzioni di sviluppo e degli atteggiamenti di fondo. Non esistono però rimedi miracolosi per realizzazioni rapide. La popolazione e gli attori regionali devono venire sensibilizzati in merito alle questioni dello sviluppo, attraverso un confronto consapevole con la tematica. Non ci si può attendere che le necessarie idee innovative vengano trasmesse unicamente con un rapporto di base.

4. Non è prevista una promozione attiva del processo di riduzione per nessuno spazio parziale. I comuni in zone a scarso potenziale avranno tuttavia, a medio-lungo termine, dei problemi di vitalità se la spirale discendente procede senza rallentare. È un dato di fatto, che in alcune valli il lento processo di riduzione è già iniziato. Bisogna mirare a iniziative di ripresa e di crescita che hanno origine nelle regioni interessate. In questo modo si rende possibile una ripresa economica mirata in tutte le regioni del Cantone.

5. Le strategie formulate fungono da base per lo sviluppo regionale. È necessario un ulteriore confronto con la tematica in collaborazione con le regioni. Queste ultime possono candidarsi per la realizzazione di progetti pilota che mirano a originare impulsi di sviluppo economico regionale in una valle. Nel programma di Governo 2009-2012 sono formulati i punti centrali di sviluppo (PCSv 23-12 Nuova politica regionale, PCSv 24-21 Spazi per utilizzazioni speciali) che hanno un legame diretto o indiretto con la tematica delle zone a scarso potenziale o del mantenimento di un insediamento decentralizzato. È evidente che anche ulteriori aggregazioni di comuni, l'attuazione della NPC grigionese e la riforma del turismo grigionese, come pure altre riforme strutturali, contribuiranno all'aumento della capacità di singole regioni, migliorando quindi le basi per lo sviluppo economico.

16 giugno 2009