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Sessione: 08.10.2002

Nell'estate/autunno 2002 tutta l'agricoltura del nostro Cantone è stata fortemente colpita dalle ripercussioni dell'anaplasmosi che ha colpito numerosi bovini nell'azienda di un commerciante di bestiame di Coira. Fino a quel momento questa malattia era poco conosciuta in Svizzera e soprattutto non si era mai manifestata sotto forma di una tale epidemia. A fine agosto, oltre 300 animali malati o colpiti dalla malattia, tutti facenti parte della stessa azienda, hanno dovuto essere uccisi (una trentina di animali è morta già prima per gli effetti della malattia).
Nel quadro dell'analisi epidemiologica dell'evoluzione della malattia, in molti prelievi del sangue di animali morti sono stati scoperti, con grande sorpresa, anche agenti patogeni dell'IBR. Di conseguenza, l'Ufficio veterinario cantonale ha ordinato il divieto temporanea di movimenti di animali da e per le alpi di singoli comuni. Tra l'altro il flusso delle informazioni è stato insoddisfacente, cosicché ad esempio le autorità dei comuni, ai cui alpeggi è stato temporaneamente vietato l'accesso, hanno appreso le notizie soltanto tramite i mass-media.
Sia per gli uffici cantonali che per i veterinari direttamente coinvolti, la gestione e il superamento di questo grave evento dannoso è stato una grande sfida. Nonostante il lavoro professionale svolto da questi esperti si pongono alcune domande:

1. Il Governo condivide l'opinione che in futuro in un caso simile dovrebbe essere istituito un vero e proprio stato maggiore di crisi?

2. Quali uffici dovrebbero essere coinvolti in questo stato maggiore di crisi?

3. In che maniera si può migliorare la comunicazione? Il Governo condivide l'opinione che in uno stato maggiore di crisi ci dovrebbe essere una persona specificamente addetta all'informazione dei media e a tutte le altre informazioni?

4. Come una delle conseguenze di questo caso, il Governo è disposto ad esaminare la possibilità di trasferire in un prossimo futuro l'Ufficio veterinario dal Dipartimento dell'interno e dell'economia pubblica al Dipartimento di giustizia, polizia e sanità, dato che esso fa parte del “settore sanitario” nel nostro Cantone?

5. Quali ragioni si opporrebbero attualmente a questo trasferimento?

6. Quali conclusioni trae il Governo dalle esperienze acquisite (necessari provvedimenti d'urgenza, adeguamento delle direttive cantonali sull'alpeggio, ecc.)?

7. Quali conseguenze devono trarre i responsabili degli alpeggi grigionesi dal forte cambiamento sopraggiunto nel commercio di bestiame?

8. In che misura sarebbe possibile, in caso di epizoozie contagiose (p.e. l'afta epizoozica), isolare con efficacia le aziende di commercio all'ingrosso (come ad esempio l'azienda agricola colpita dalla faccenda attuale, circondata da tutti i lati da assi di traffico molto frequentati)?

Coira, 8 ottobre 2002

Name: Jäger, Frigg, Hanimann, Ambühl, Arquint, Bär, Bezzola, Biancotti, Bischoff, Bucher, Büsser, Cathomas, Caviezel (Coira), Farrér, Geisseler, Hess, Kehl, Keller, Locher, Looser, Luzio, Marti, Meyer, Monigatti, Nick, Noi, Parolini, Patt, Pedrini, Pfenninger, Pfiffner, Portner, Sax, Scartazzini, Schmid (Vals), Schmutz, Schütz, Suter, Tramèr, Tremp, Trepp, Walther, Wettstein, Zanolari, Zindel

Session: 8.10.2002
Vorstoss: it Interpellation


Risposta del Governo

1. Nella lotta alle epizoozie si distingue tra quelle altamente infettive (per es. l'afta) e le altre epizoozie tra cui rientra anche la IBR/IPV quale epizoozia da debellare. Alla base di questa ripartizione vi sono sia il comportamento degli agenti patogeni (tendenza alla diffusione) sia le misure di lotta specifiche. Di fronte a epizoozie altamente infettive è indispensabile avere come punto di riferimento uno stato maggiore di crisi. Con decreto del 6 marzo 2001, a causa della problematica legata all'afta epizootica scoppiata allora in Gran Bretagna, il Governo aveva costituito in via preventiva una parte dello stato maggiore di direzione cantonale come stato maggiore di crisi. Nell'attuale caso di anaplasmosi e IBR/IPV di Coira, in base alle misure da adottare per contrastare la malattia, non si è mai reso necessario il ricorso a uno stato maggiore di crisi. Anche in futuro si deciderà di volta in volta, a seconda dell'evento dannoso, se si debba istituire uno stato maggiore di crisi.

2. Di un eventuale stato maggiore di crisi sotto la guida dell'Ufficio veterinario cantonale sarebbero chiamati a far parte il medico cantonale, l'ufficio per l'ambiente, l'ufficio per la protezione civile e l'aiuto in caso di catastrofi, il laboratorio cantonale e il controllo delle derrate alimentari e il capo del servizio veterinario della brigata territoriale 12. A titolo supplementare si dovrebbe prendere in considerazione, a seconda del caso, la partecipazione dell'UASM (sezione agricoltura).

3. Durante il caso di anaplasmosi e IBR/IPV, l'ufficio veterinario cantonale ha sempre assicurato le informazioni adeguate sia ai singoli allevatori coinvolti, sia alle corporazioni di alpeggi interessate e ai media. Le disposizioni di divieto temporaneo di movimenti di animali fu comunicato per iscritto agli allevatori interessati dal provvedimento o ai responsabili delle strutture di alpeggio. Di fronte a un caso di afta di grosse proporzioni è sicuramente corretto convogliare le informazioni su uno specialista.

4. Nel quadro del progetto di verifica dei compiti, il 17 giugno 2002 il Governo ha preso conoscenza del rapporto dell'ufficio veterinario „Integration der Lebensmittelkontrolle in das Veterinäramt (oder umgekehrt)“ del 29.05.2002 e ha deciso di portare avanti questo progetto non appena a livello federale sia definitivamente stabilita l'organizzazione della vigilanza sulla sicurezza delle derrate alimentari. In questo senso il Governo è disposto anche a esaminare un cambiamento di dipartimento per questo servizio cantonale.

5. Come parte del servizio veterinario della Svizzera, l'ufficio veterinario dei Grigioni a livello cantonale funge da centro di competenza per la salute animale, la protezione degli animali e per importanti parti della sicurezza delle derrate alimentari di prodotti di origine animale e per quanto riguarda l'impiego di medicinali ad uso veterinario. La massima priorità è assegnata alla protezione della salute dell'uomo e degli animali. Per poter adempiere a questi compiti, l'ufficio veterinario deve chiedere la collaborazione di numerosi servizi in diversi dipartimenti. È ovvio che la collaborazione tra servizi facenti capo al medesimo dipartimento è sicuramente più snella e meno difficoltosa. Poiché tuttavia l'ufficio veterinario collabora con più servizi di vari dipartimenti è logico attribuirlo a quel dipartimento in cui ci si attende il massimo potenziale in termini di sinergie ed efficienza. Nel quadro del succitato progetto si studierà l'inquadramento più sensato.

6. Le esperienze fatte nel recente caso confluiscono in un'analisi sui punti di forza e di debolezza, che è attualmente in fase di svolgimento. Da questa analisi emergeranno provvedimenti e raccomandazioni, per esempio su come adeguare le prescrizioni cantonali sull'alpeggio. Non sono necessari provvedimenti d'urgenza.

7. Data la consuetudine e l'importanza dell'alpeggio nel Cantone dei Grigioni, gli organi responsabili faranno una stima continua dei rischi di afta e se ne terrà conto nell'emanazione delle prescrizioni cantonali sull'alpeggio. La salute animale è un obiettivo delle suddette prescrizioni; ma tale obiettivo si può raggiungere soltanto se i responsabili delle strutture di alpeggio adempiono e applicano in tutto e per tutto le disposizioni in esse contenute. Per garantire tutto ciò verranno organizzate annualmente delle giornate per i responsabili dell'alpeggio come segmenti di formazione.

8. Con la costituzione del citato stato maggiore di crisi dotato di infrastruttura data (unità per le epizoozie) si assicura che nel caso di epizoozie altamente infettive si dispongano repentinamente i necessari divieti di movimento di animali a largo raggio. Inoltre sono approntati anche veri e propri scenari d'emergenza. Se si isolano degli allevamenti ubicati vicino ad assi stradali molto trafficati si impone necessariamente una limitazione della circolazione. I provvedimenti quindi devono essere adeguati alla situazione caso per caso.

Data: 29 ottobre 2002