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Con la pubblicazione annuale Focus sull’integrazione, ogni primavera vi proponiamo una panoramica delle attività e dei progetti che ci vedono impegnati nel quadro del Programma d’integrazione cantonale (PIC). Ogni edizione è dedicata al tema annuale scelto dal Servizio specializzato per l’integrazione. Il tema del 2023 è famiglia.

Prefazione Nahid Kouchekzadeh Dandansaz, Interprete interculturale

Cara lettrice, caro lettore,

 

i bambini e gli adolescenti, ossia coloro che possono influire in misura minore sulle decisioni di noi adulti, sono quelli che ne soffrono in misura maggiore. Per loro può risultare particolarmente incisiva la decisione dei genitori di abbandonare l'ambiente conosciuto e di cercare fortuna per la famiglia oppure, come nel nostro caso, sicurezza in un Paese nuovo e completamente estraneo. Quando negli anni 1980 siamo fuggiti dall'Iran, passando dalla Germania siamo arrivati in Svizzera e infine a Coira. Nonostante tutte le fatiche della fuga, abbiamo avuto una grande fortuna: mio marito, i miei due figli maggiori ed io abbiamo sempre potuto rimanere uniti. Una volta arrivati in Svizzera, mia figlia allora 15enne e mio figlio allora 14enne hanno tuttavia vissuto esattamente quello che vivono molti di coloro che migrano «solo» in età adolescenziale, ad esempio nel quadro del ricongiungimento familiare.

Entrambi hanno sofferto per il divieto di andare a scuola e di intraprendere una formazione. Benché fossero molto motivati, parlassero bene tedesco e mostrassero talento per alcune cose, il sistema non li ha ammessi. Mentre le loro amiche e i loro amici erano lanciatissimi e potevano dare liberamente seguito alla loro voglia di vivere e di imparare, a causa della procedura di asilo durata anni i miei figli sono finiti in un vicolo cieco, che ha avuto conseguenze sulla vita dell'intera famiglia. Infatti i dispiaceri e l'assenza di prospettive dei figli hanno spossato anche noi genitori. Per fortuna, con la decisione positiva relativa al nostro soggiorno entrambi si sono rapidamente fatti strada anche sul piano professionale e oggi sono tanto soddisfatti quanto lo siamo mio marito ed io. Ciò che è rimasto sono le lacune previdenziali e i brutti ricordi. Inoltre, è rimasta la convinzione che dobbiamo dare pari opportunità a tutti i bambini e a tutti gli adolescenti. È quello che cerco di fare con i miei nipoti e nel mio lavoro quale interprete interculturale.

Prefazione Felix Birchler, Responsabile del Servizio specializzato per l'integrazione

Cara lettrice, caro lettore,

 

ho molto rispetto per le esperienze descritte da Nahid Kouchekzadeh Dandansaz e questo non solo in qualità di padre. Dalla mia prospettiva professionale so che la migrazione pone bambini e adolescenti di fronte a sfide particolari. Vorrei tuttavia sottolineare anche il fatto che molti genitori della prima generazione emigrata vivono un'esperienza di profondo sradicamento e una perdita di status, che però accettano per il bene dei propri figli. Una sorta di sacrificio di sé a beneficio del futuro della prole che dall'esterno non risulta sempre comprensibile.

Anche per questo, con la famiglia quale tema centrale nella comunicazione di quest'anno, teniamo molto a concentrare l'attenzione sulla situazione e sulle esperienze di coppie, genitori e bambini che hanno ora il proprio centro degli interessi di vita in Svizzera e nei Grigioni. La presente pubblicazione rappresenta un inizio e, concentrandosi sul ricongiungimento familiare, Le permette di farsi un'idea di un aspetto molto specifico. In autunno, con la rivista MIX «Magazin für Vielfalt Graubünden» e con la manifestazione di interconnessione MIX-Café ritorneremo sul tema della famiglia. Tenga vivi la Sua curiosità e il Suo interesse.

 

 

Testo: Philipp Grünenfelder