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Sessione: 01.09.2011
Nel recente passato si sono ripetute le notizie, giunte sia dall'estero, sia, purtroppo, dalla Svizzera, relative a gravi atti di violenza in spazi pubblici. In diverse occasioni delle persone sono state aggredite da singoli autori o da gruppi, riportando in alcuni casi ferite gravi o addirittura mortali. Questa tendenza alla violenza bruta e insensata non si arresta nemmeno nei Grigioni. Ad esempio, dopo altri fatti simili avvenuti in passato, l'ultimo episodio si è verificato il 31 luglio 2011 alla stazione di Coira, quando, in pieno giorno, un uomo è stato picchiato da due persone al punto da renderne necessario il ricovero in ospedale. Benché la zona sia sorvegliata da una telecamera della polizia, gli autori non hanno potuto essere identificati. Questo poiché la legge sulla polizia della Città di Coira vieta di registrare le immagini della videosorveglianza anche se utilizzate allo scopo di chiarire dei reati. Questa situazione incontra il dissenso di ampie cerchie della popolazione e fomenta il malcontento. In passato, a più riprese il Popolo svizzero si è espresso alle urne a favore di un agire più severo da parte della giustizia nei confronti dei delinquenti. Ciò considerato, le firmatarie e i firmatari attribuiscono al Governo il seguente incarico:

La legge cantonale sulla polizia va riesaminata e, se necessario, adeguata in modo tale da costituire per Cantone e comuni una base giuridica sufficiente per imporre la sicurezza pubblica e per poter tenere conto del senso di sicurezza della popolazione. In particolare, all'occorrenza va legittimata la sorveglianza degli spazi pubblici. I dati registrati devono poter essere conservati per un determinato periodo, affinché siano disponibili allo scopo di chiarire dei reati o di identificarne gli autori.

Coira, 1° settembre 2011

Felix, Marti, Caduff, Aebli, Albertin, Bezzola (Zernez), Blumenthal, Brandenburger, Buchli-Mannhart, Burkhardt, Campell, Candinas, Casty, Casutt, Cavegn, Clalüna, Conrad, Darms-Landolt, Dosch, Dudli, Engler, Fontana, Furrer-Cabalzar, Geisseler, Giacomelli, Grass, Gunzinger, Hardegger, Hartmann (Champfèr), Hartmann (Coira), Hitz-Rusch, Holzinger-Loretz, Jeker, Joos, Kleis-Kümin, Koch (Tamins), Kollegger (Coira), Kollegger (Malix), Komminoth-Elmer, Krättli-Lori, Kunz (Fläsch), Kunz (Coira), Lorez-Meuli, Mani-Heldstab, Michael (Donat), Michael (Castasegna), Montalta, Niggli (Samedan), Niggli-Mathis (Grüsch), Papa, Parolini, Pedrini, Steck-Rauch, Stiffler (Davos Platz), Stiffler (Coira), Tomaschett (Breil), Tomaschett-Berther (Trun), Troncana-Sauer, Tscholl, Valär, Vetsch (Klosters Dorf), Waidacher, Wieland, Zanetti, Bricalli, Largiadèr, Müller (Haldenstein), Patt, Rodigari, Schucan, Wolf

Risposta del Governo

Purtroppo, anche in Svizzera nei media si susseguono le notizie relative alla maggiore propensione alla violenza e al suo crescente impiego negli spazi pubblici, segnatamente nei grandi agglomerati. Fortunatamente, la Polizia cantonale dei Grigioni non registra attualmente un aumento dei reati violenti in luoghi pubblici. Per quanto riguarda l'episodio menzionato nell'incarico e avvenuto alla stazione di Coira il 31 luglio 2011, si tratta di un caso isolato che tra l'altro la Polizia cantonale ha potuto chiarire. Unicamente sulla base di questa situazione non sarebbe quindi data un'immediata necessità di agire per una revisione delle basi giuridiche relative alla videosorveglianza. Tuttavia, l'episodio mostra che ha poco senso sorvegliare gli spazi pubblici con delle videocamere se quanto ripreso non può essere registrato, salvato e, qualora sia stato commesso un reato, analizzato e utilizzato in un secondo momento per il perseguimento penale.

Secondo il parere giuridico unanime, la videosorveglianza rappresenta una grave ingerenza nella sfera privata. In una società liberale i cittadini hanno il diritto di muoversi liberamente negli spazi pubblici, senza essere sorvegliati e controllati. In applicazione di questa concezione giuridica, è formulata in modo restrittivo anche l'attuale base giuridica, che non prevede lo strumento della videosorveglianza generalizzata. Una simile misura di polizia andrebbe oltre il campo d'applicazione di cui all'art. 22 cpv. 3 della legge cantonale sulla polizia (CSC 613.000), secondo il quale le riprese video sono possibili nella misura in cui vi sia il pericolo concreto che vengano commessi reati.

Senza dubbio la videosorveglianza non è un rimedio miracoloso per contenere la criminalità. Sia per un impiego preventivo, sia per un impiego repressivo, essa può però essere il giusto strumento a tutela di un determinato bene giuridico e quale strumento per evitare o chiarire dei reati.

Affinché esista però la possibilità giuridica di sorvegliare, a determinate condizioni, lo spazio pubblico con l'ausilio di mezzi tecnici e affinché lo strumento della videosorveglianza sia a disposizione, la legge sulla polizia va modificata di conseguenza. Nel fare questo va considerato il principio della proporzionalità e vanno definite chiare regole, ad esempio riguardo alla registrazione, alla conservazione, all'analisi e alla cancellazione.

Il Governo è disposto ad adeguare di conseguenza la legge sulla polizia e chiede al Gran Consiglio di accogliere l'incarico.

19 ottobre 2011