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Sessione: 19.06.2020

Il 23 settembre 2012 l'elettorato del Cantone dei Grigioni con 31’788 (77%) contro 9’410 (23%) voti ha chiaramente approvato una revisione parziale della Costituzione cantonale, allo scopo di semplificare notevolmente il cosiddetto livello intermedio tra comuni e Cantone. In questo modo 11 Regioni hanno sostituito i 39 circoli, le 14 organizzazioni regionali e gli 11 distretti. Alle nuove Regioni potevano essere assegnati sia compiti comunali che cantonali.

Il 30 novembre 2014 lo stesso elettorato con 33'537 (63%) contro 20'021 (37%) voti ha quindi approvato la legislazione esecutiva, rispettivamente la legge mantello sulla riforma territoriale con l’obiettivo di creare regioni possibilmente semplici, snelle e vicine ai bisogni del cittadino. Dal 2016 le regioni si sono dotate di statuti e sono operative.

Volutamente si è scelto di definire un livello intermedio con funzioni e competenze limitate affinché la struttura risultasse utile per lo svolgimento dei compiti intercomunali ma al contempo non costituisse un ostacolo al rinnovamento delle strutture in atto a livello comunale.

Siamo ora entrati nel 5º anno dalla costituzione delle Regioni ed è giunto il momento di fare un breve bilancio intermedio sullo stato di attuazione.

Sulla base delle considerazioni sopra elencate i firmatari pongono al Governo le seguenti domande:

  1. Come giudica il Governo a posteriori il processo di costituzione delle 11 Regioni nel Cantone dei Grigioni?
  2. Il Governo è a conoscenza di problemi e difficoltà nel funzionamento attuale delle Regioni? Se sì, quali sono le principali difficoltà?
  3. Il Governo è dell’opinione che la suddivisione territoriale del Cantone in 11 Regioni sia adeguata o ritiene che vada, quantomeno a medio termine, ridiscussa?
  4. Esiste la necessità di intervenire con fattori correttivi per quanto riguarda gli obiettivi, i compiti assegnati, l’organizzazione ecc.?
  5. Ci sono elementi concreti per i quali il Governo intende a breve o medio termine presentare al Gran Consiglio una revisione della legislazione vigente? Se si quali?

Coira, 19 giugno 2020

Michael (Castasegna), Della Cà, Papa, Aebli, Berweger, Brandenburger, Buchli-Mannhart, Cahenzli-Philipp, Censi, Clalüna, Claus, Crameri, Degiacomi, Deplazes (Coira), Dürler, Ellemunter, Engler, Fasani, Felix, Flütsch, Geisseler, Grass, Hardegger, Hartmann-Conrad, Hefti, Hohl, Holzinger-Loretz, Hug, Jochum, Kienz, Kohler, Lamprecht, Marti, Mittner, Müller (Susch), Müller (Felsberg), Natter, Niggli (Samedan), Niggli-Mathis (Grüsch), Pfäffli, Preisig, Rettich, Rutishauser, Sax, Tanner, Thür-Suter, von Ballmoos, Weidmann, Wellig, Zanetti (Sent), Giudicetti, Pajic

Risposta del Governo

Le undici Regioni sono operative dal 1° gennaio 2016. Con l'istituzione delle Regioni (riforma territoriale) si intendeva creare Regioni dotate di capacità decisionali e operative e in grado di svolgere i loro compiti in modo efficiente, tempestivo e prossimo ai cittadini.

Nel quadro del rapporto sulle strutture comunali (messaggio quaderno n. 8 / 2018 – 2019, pag. 703 seg.) il Governo si è espresso in merito all'attuazione della riforma territoriale. Il Governo ne ha dato una valutazione positiva. In occasione del dibattito che ha avuto luogo durante la sessione di dicembre 2018 sono state formulate alcune osservazioni riguardo alla riforma territoriale, ma nessuna di queste avrebbe permesso di trarre la conclusione che le nuove Regioni non funzionassero o non funzionassero in modo ottimale.

Anche nel corso del dibattito relativo alla revisione totale della legge cantonale sui comuni (LCom; CSC 175.050) durante la sessione di ottobre 2017 né nel dibattito d'entrata in materia, né nella deliberazione di dettaglio sono emersi elementi corrispondenti. Non vi è stata nessuna discussione in merito agli articoli rilevanti, ossia all'articolo 92 segg. LCom.

Durante il suo anno di presidenza, ossia il 2017, la direttrice del Dipartimento delle finanze e dei comuni (DFC) dell'epoca ha fatto visita a tutte e undici le Regioni. Ha fatto rapporto ufficiale al Governo in data 19 dicembre 2017 (prot. n. 1090) riguardo a tale attività e ha constatato che l'attuazione della riforma territoriale può essere considerata un successo. Le regioni funzionerebbero in maniera impeccabile.

In merito alla domanda 1: il Governo ritiene che questo processo di attuazione sia andato a buon fine e che sia concluso. In ogni caso il Governo non è a conoscenza di elementi concreti che farebbero presumere che nella fase di introduzione e di attuazione della riforma territoriale siano emerse criticità.

In merito alla domanda 2: durante le visite a tutte e undici le Regioni avvenute nel 2017 è sorta l'impressione che le Regioni funzionassero in maniera impeccabile. In particolare la conferenza dei sindaci (CS) si è rivelata uno strumento valido perché i municipi dispongono delle competenze per adottare decisioni rapide e per difenderle anche di fronte alla popolazione che spesso si trova a far fronte alle conseguenze finanziarie delle decisioni. Talvolta vi sono state accese discussioni riguardo all'elevato carico di lavoro per i sindaci, il che però è da ricondurre soprattutto alla fase di attuazione. La ponderazione dei voti all'interno della CS si sarebbe rivelata sostenibile e idonea per il futuro.

Purtroppo a seguito della pandemia legata al coronavirus quest'anno non è stato possibile organizzare come previsto una nuova visita da parte del Presidente del Governo in carica. Essa verrà recuperata in un secondo momento. Vi sono stati contatti con due Regioni. Queste due Regioni non hanno fornito riscontri negativi.

In merito alla domanda 3: nel suo rapporto e nel suo messaggio relativo alla riforma dei comuni e alla riforma territoriale (messaggio quaderno n. 8 / 2010 – 2011) il Governo ha proposto l'istituzione di cinque-otto Regioni, proposta che però per motivi politici non ha trovato il consenso della maggioranza. Oggi il Governo constata con soddisfazione che vi è un maggiore grado di accettazione per questo numero di Regioni. Un numero di regioni compreso tra cinque e otto ridurrebbe gli oneri di coordinamento (ad es. nella valle grigione del Reno) o rafforzerebbe la lingua italiana se la Regione Bernina si aggregasse alla Regione Maloja. Naturalmente il Governo è disponibile a condurre una discussione seria riguardo alla riduzione del numero di Regioni. Però ritiene necessario che l'iniziativa corrispondente provenga o dalle Regioni stesse o dal Gran Consiglio.

In merito alla domanda 4: no.

In merito alla domanda 5: no.

7 agosto 2020