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La Conferenza dei Governi dei Cantoni di Montagna (CGCM) si pronuncia all'unanimità a favore dell'introduzione di una tassa d'incentivazione sull'energia ai sensi del progetto del Consiglio Nazionale. A quest'ultimo va data la preferenza rispetto al progetto della Commissione del Consiglio degli Stati, in quanto esso è realizzabile in tempi più brevi, garantisce in misura sufficiente i mezzi necessari e ha dimostrato di raccogliere attorno a sé la maggioranza. Come risulta dallo studio della Electrowatt Engineering (EE) per garantire la concorrenzialità delle centrali esistenti e per migliorare l'ecologia delle acque nello spazio alpino svizzero occorrono per i prossimi 25 anni circa 11 miliardi di franchi.

Tassa d'incentivazione quale condizione preliminare per l'apertura del mercato energetico
L'introduzione di una tassa d'incentivazione sulle fonti energetiche non rinnovabili costituisce per la CGCM una premessa cogente per l'apertura del mercato dell'energia elettrica. Essa considera la tassa come un "prezzo da pagare per entrare nel mercato libero dell'energia". Come essa ebbe già modo di sottolineare, l'apertura in parola avrà infatti conseguenze finanziarie ed ecologiche indesiderate, se il cambiamento del sistema di mercato non verrà tenuto sotto preciso controllo ("Dumping ecologico", "Investimenti non armonizzabili" ecc.).
Indicata una rapida introduzione della tassa sull'energia

L'apertura del mercato avviene in modo molto più rapido di quanto non lo auspichi l'economia dell'energia elettrica. Nel frattempo la Germania ad es. ha aperto completamente il proprio mercato, innescando una dura lotta per accaparrarsi l'approvvigionamento delle grandi città. Anche imprese elettriche svizzere tentano la loro fortuna. Le città svizzere faranno la stessa cosa e chiederanno di essere approvvigionate alle medesime condizioni di quelle estere. La dinamica del mercato non attende disposizioni transitorie del legislatore. Per tale motivo si rende necessaria una rapida introduzione della tassa sull'energia. Ciò è possibile unicamente mediante il decreto concernente la tassa sull'energia, emanato dal Consiglio Nazionale, che è stato ritenuto conforme alla costituzione e ha già dimostrato di venir approvato dalla maggioranza.

I mezzi della tassa d'incentivazione sono urgentemente necessari
a) per garantire la concorrenzialità dello sfruttamento della forza idrica
Nello studio "Finanzbedarf zur Erhaltung bestehender Wasserkraftwerke und zur Verbesserung der Oekologie im schweizerischen Alpenraum", commissionato alla EE dalla CGCM, si mette in risalto il fatto che con l'apertura del mercato energetico nelle centrali idroelettriche svizzere dovrebbero risultare degli investimenti non ammortizzabili (INA) per un importo pari a circa 1,8 miliardi di franchi. Al fine di assicurare la concorrenzialità delle centrali idroelettriche indigene i mezzi della tassa sull'energia vanno impiegati anche per finanziare gli inevitabili INA. Si tratta al riguardo di una rivendicazione centrale della CGCM, anche se noi abbiamo sempre ribadito che il finanziamento degli INA deve sottostare a severi criteri (modello con obbligo di pignoramento e di rimborso).

b) per poter rinnovare dal profilo tecnico le centrali idroelettriche esistenti
Il rinnovo tecnico delle centrali esistenti costituisce un'ulteriore misura per garantire la concorrenzialità. A tale scopo per i soli cantoni di montagna si deve prevedere un fabbisogno finanziario dell'ordine di 140 milioni di franchi all'anno, I gestori degli impianti potranno pagarne di propria tasca una parte senza compromettere la concorrenzialità. La metà circa di questa somma, ossia 70 milioni di franchi all'anno o 1,75 miliardi di franchi in 25 anni, deve tuttavia essere pagata stando al Consiglio Nazionale con i mezzi ricavati dalla tassa d'incentivazione sull'energia.

c) per rivalutare dal profilo ecologico le acque nello spazio alpino svizzero
Sulla base delle esperienze raccolte fino ad oggi nell'applicazione della legge sulla protezione delle acque, la CGCM è fermamente convinta che al posto dei deflussi minimi matematicamente calcolati potrebbero essere adottate altre misure più valide dal profilo ecologico. Essa propone perciò l'applicazione di un modello, secondo il quale le acque sfruttate nell'arco alpino dovranno essere rivalutate dal profilo ecologico sulla base di un esteso concetto globale . L'idea principale di questo concetto globale è un miglioramento dello "spazio vitale delle acque" senza penalizzazione della produzione delle centrali idroelettriche. Per realizzare questo modello consigliabile dal profilo ecologico e politicoenergetico occorrono in totale 6 miliardi di franchi sull'arco di 25 anni, ossia circa 240 milioni di franchi all'anno.
Sono considerate acque sfruttate ai sensi del nostro modello, non solo quelle che vengono utilizzate direttamente per la produzione di energia, bensì anche quelle che vengono influenzate indirettamente da questa produzione. Siccome eventualmente alla rivalutazione ecologica possono servire anche misure sostitutive, devono essere ammessi anche provvedimenti applicabili alle acque non sfruttate, come interventi tecnici, aziendali o tecnico-amministrativi adatti a migliorare la qualità dello "spazio vitale delle acque". Per tale motivo dovranno essere tenute in considerazione anche misure legate all'ambiente delle acque.

Specchietto sul fabbisogno finanziario per i prossimi 25 anni

(Cifre = valori indicativi)

Misura

Miliardi di franchi

INA per le centrali idroelettriche di tutta la Svizzera

1.8

(con margine di dispersione di +/- 50% a seconda dello sviluppo del mercato energetico)

Rinnovo tecnico delle centrali esistenti nei cantoni di montagna

3.5

(di cui il 50 % circa può essere sostenuto dalle centrali stesse senza pregiudizio per la concorrenzialità)

Rivalutazione ecologica delle acque nello spazio alpino CH

6.0

(con il modello aliquota globale)

Totale

11.3

 

Organo: Conferenza dei Governi dei Cantoni di Montagna
Fonte: it Conferenza dei Governi dei Cantoni di Montagna
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