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Il Cantone intende rendere meno rigida la prassi finora attuata nel settore degli impianti d'innevamento artificiale. Il Dipartimento dell'interno e dell'economia pubblica ha sostituito la sua vecchia istruzione del 1988 con una nuova. Non si toccano l'obbligo di autorizzazione e l'esame dell'impatto ambientale.
 
Il punto chiave del nuovo orientamento dell'approvazione di pianificazioni comunali inerenti a impianti d'innevamento nonché dell'autorizzazione di concreti progetti d'innevamento è costituito dallo smantellamento di restrizioni di natura politica, vale a dire di tutte quelle limitazioni che non risultano necessariamente dal diritto pianificatorio o ambientale.

Cade la clausola del cinque percento
In primo piano vi è l'abbandono della clausola del cinque percento, stando alla quale al massimo il cinque percento dell'insieme delle piste può essere innevato artificialmente. Si rinuncia inoltre alla direttiva per cui all'interno delle regioni l'innevamento effettuato meccanicamente debba concentrarsi su determinati punti chiave da assegnare nel quadro della sistemazione del piano direttore regionale. In linea di principio le imprese di impianti di risalita godranno, nei limiti delle loro possibilità, del diritto d'investire non solamente nel rinnovo dei propri impianti di trasporto e di altre attrezzature, bensì pure nell'infrastruttura per l'innevamento artificiale. Il tutto nella misura in cui possa esserne comprovato un fabbisogno e per quanto la costruzione, l'esercizio e l'approvvigionamento idrico risultino compatibili con l'ambiente.

Il turismo invernale deve mantenersi concorrenziale
Decisiva per il cambiamento di rotta è in particolare la presa di conoscenza che il riserbo manifestato in partenza dai Grigioni non ha trovato alcuna eco nella restante area alpina; non sussiste alcun indizio che potrebbe giustificare un freno della produzione di neve sull'arco alpino. Date le circostanze i Grigioni non hanno più alcun motivo per insistere nel manifestare un simile riserbo. Nella dura lotta sovraregionale per accaparrarsi il maggior numero di clienti - lotta alla quale è esposto il turismo invernale e quindi il motore dell'economia grigione - la sicurezza della neve rappresenta un fattore concorrenziale decisivo, che secondo gli studi più recenti in futuro non mancherà di rafforzare il proprio peso.

Sostenibile dal profilo ecologico
Il previsto allentamento della rigidità normativa è ecologicamente sostenibile. Le esperienze pratiche finora raccolte hanno mostrato che le ripercussioni provocate sull'ambiente dagli impianti d'innevamento, pianificati in modo serio e in luoghi opportuni, non risultano per nulla tanto problematiche quanto originariamente presupposto. Questo non stupisce se si pensa che simili impianti non vengono impiegati a casaccio in paesaggi incontaminati, bensì in zone sciistiche già esistenti ed affermate, le quali figurano a tutti i livelli della pianificazione quali spazi di svago intensivo e sono delimitate nei confronti delle aree ricreative estensive e naturaliforme. Se in questo senso determinati territori sono già stati dedicati allo sfruttamento intensivo e quindi già compromessi con diverse infrastrutture di base quali impianti di risalita, piste, parcheggi, strutture in cui le persone possono rifocillarsi ecc., non può essere sbagliato - neppure analizzando la problematica dal profilo ecologico- sviluppare ulteriormente queste aree, in modo che possano adempiere in misura qualitativamente ottimale e concorrenziale la loro originaria funzione di spazi per lo sport e il tempo libero. Gli impianti d'innevamento non costituiscono nemmeno il giusto punto di partenza per cimentarsi con la discussione, di carattere attuale e legata alle previsioni climatiche, che ha per oggetto la ragionevolezza o l'assurdità dello sport invernale. Assai più decisivi sono le pianificazioni delle aree sciistiche e la politica sulle concessioni in materia di impianti di risalita.

Nessun eccessivo incremento in vista
Con l'istruzione finora in vigore, nei Grigioni sono state a tutt'oggi autorizzate superfici d'innevamento dell'ordine approssimativo di 250 ettari (ha), di cui circa 200 ha per aree che già dispongono di neve naturale e circa 50 ha per innevamenti circostanziati a copertura di zone con pericolo di scarsità di neve. Questa situazione corrisponde, a dipendenza della regione, ad una quota che oscilla fra il 2.5 e il 5 percento dell'intera offerta di piste. Si deve partire dal presupposto che, malgrado il previsto allentamento della prassi, l'evoluzione futura si muoverà entro i termini finora osservati. Secondo un nuovo studio basato su sondaggi tra le imprese di impianti di risalita lo sviluppo dovrebbe persino mostrare una tendenza al ribasso. La responsabilità di questo regresso andrebbe ricercata nel fatto che, a seguito dell'imminente spinta al rimodernamento nel settore degli impianti di trasporto, gran parte dei mezzi finanziari sarà vincolata. Il previsto allentamento delle regole si rivela tuttavia necessario, in quanto singole regioni hanno attualmente già raggiunto il limite del cinque percento.
L'impatto sull'ambiente continuerà ad essere tenuto sott'occhio
Grazie alla nuova lista di controllo sullo svolgimento delle pur sempre necessarie procedure di pianificazione e di autorizzazione nonché al nuovo supporto esecutivo in merito ai criteri ecologici nella pianificazione e nell'autorizzazione di impianti d'innevamento, si garantisce che anche in futuro verranno allestite unicamente infrastrutture d'innevamento artificiale conformi al fabbisogno e compatibili con l'ambiente.

Organo: Dipartimento dell'interno e dell'economia pubblica dei Grigioni
Fonte: it. Dipartimento dell'interno e dell'economia pubblica
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