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Il Servizio archeologico dei Grigioni sta effettuando a Zizers degli scavi per riportare alla luce i resti di un edificio del X secolo, riconducibili alla residenza imperiale di Ottone I (912 – 973), della quale esistono testimonianze scritte. Si tratta solo della seconda residenza imperiale della quale sono stati trovati resti archeologici in Svizzera. Il sito degli scavi potrà essere visitato venerdì 4 giugno e sabato 5 giugno.

Nel corso di carotaggi effettuati in relazione a un progetto di costruzione, nel 2003, in zona Schlossbungert a Zizers, in un prato che si trova al di sotto del Castello Superiore, è stato scoperto un muro di un edificio in rovina. Dopo che il Servizio archeologico dei Grigioni è stato informato della rovina finora sconosciuta, per accertamenti relativi all'estensione e all'età dei resti rinvenuti sono immediatamente stati effettuati dei carotaggi archeologici, non da ultimo per poter comunicare tempestivamente al committente il tempo necessario per effettuare degli scavi su tutta la superficie. La sorpresa è stata grande quando è emerso che nel terreno in zona Schlossbungert si trova un edificio di grandi dimensioni risalente al periodo di transizione dall'Alto al Basso Medioevo.

Per il Servizio archeologico dei Grigioni un esame archeologico approfondito entrava in questione unicamente dopo il rilascio dell'autorizzazione ufficiale per la costruzione di un insediamento di case plurifamiliari. Per diversi motivi, questa autorizzazione è stata rilasciata solo nella primavera 2009. Da agosto 2009 gli scavi di fondazione hanno raggiunto i resti medievali e da allora il Servizio archeologico sta studiando questo edificio unico per i Grigioni.

Ipotesi confermate
L'ipotesi inizialmente espressa, secondo la quale si poteva trattare della residenza imperiale di Zizers, menzionata negli scritti e donata nell'anno 955 dall'imperatore tedesco Ottone I al vescovo di Coira Hartpert, è stata ora confermata dalle dimensioni accertate dell'edificio e dai suoi arredi. Le costruzioni si estendono infatti fino alla chiesa evangelica riformata, su una lunghezza di almeno 25 metri e una larghezza di 13 metri. Dopo il palazzo sul Lindenhof a Zurigo, si tratta solo della seconda residenza imperiale venuta alla luce nel corso di scavi archeologici in Svizzera.

Gli elementi archeologici emersi a Zizers risalgono ad almeno altri due secoli prima. La sfarzosa residenza, nella quale l'imperatore e il suo seguito facevano tappa durante i faticosi viaggi attraverso l'impero sulla via verso l'Italia, esisteva infatti probabilmente già all'epoca di Carlo Magno. Come è emerso dagli esami archeologici, l'edificio non ha conservato la sua forma originaria fino alla donazione nel X secolo. Dopo un incendio nel IX secolo si susseguono trasformazioni all'interno, l'enorme salone viene suddiviso con muri interni e focolari in unità abitative, cucine e dispense. Nell'XI / XII secolo, un'indicazione più precisa non è attualmente possibile, l'edificio si trova in uno stato così pericolante da venire abbandonato. Gli spazi interni della rovina vengono in seguito utilizzati quale cimitero della chiesa, che probabilmente si è sviluppata dalla cappella originaria della residenza imperiale e al cui posto sorge oggi la chiesa evangelica riformata.

Nel luogo della residenza imperiale o nei suoi immediati dintorni doveva trovarsi un insediamento già in epoca romana. Benché non vi siano edifici conservati risalenti a questa epoca, singoli ritrovamenti indicano la presenza di un villaggio romano o di una fattoria.

Giornata delle porte aperte
Il sito archeologico di Zizers potrà essere visitato venerdì 4 e sabato 5 giugno. In questa occasione verranno fornite spiegazioni relative alle impressionanti testimonianze edilizie risalenti all'VIII, IX e X secolo dopo Cristo e al lavoro degli archeologi. Verranno inoltre presentate diverse scienze affini all'archeologia.

Al momento non è ancora nota la durata dei lavori di scavo a Zizers.


Persona di riferimento:
Urs Clavadetscher, archeologo cantonale, Ufficio della cultura, tel. 081 254 16 62


Organo: Ufficio della cultura
Fonte: it Ufficio della cultura
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