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Sessione: 05.12.2013
Le spiegazioni del Governo in risposta all'incarico Darms-Landolt (sessione di aprile 2013), nonché le risposte fornite durante l'ora delle domande della sessione di dicembre 2013 (Monika Lorez-Meuli) mostrano che le questioni relative alle misure e ai passi pianificatori in relazione all'attuazione della legge federale sulla protezione delle acque (rivitalizzazioni, ecc.) sono molto delicate. La scarsa informazione della popolazione, ma anche delle autorità regionali e comunali, nonché l'assenza di conoscenze riguardo ai complessi passi pianificatori conducono a pregiudizi e fomentano paure nelle regioni e nelle valli eventualmente interessate.

Chiediamo pertanto al Governo di rispondere alle seguenti domande:

1. Il Governo è disposto a esaminare la possibilità di offrire una più ampia forma di partecipazione della popolazione e dei diversi gruppi d'interesse, oltre all'usuale procedura di consultazione tra i comuni e le associazioni?

2. È ipotizzabile una procedura analoga a quella seguita per la partecipazione al Progetto territoriale dei Grigioni?

3. Il Governo può immaginarsi un'azione proattiva con un'offensiva di informazione tempestiva, comprendente incontri informativi regionali e locali, e se sì, quando potrebbero essere attese le prime attività?

4. Allo stato attuale delle conoscenze, quali conflitti giuridici e di utilizzazione si possono prevedere nel corso dell'attuazione delle rivitalizzazioni e delle regolamentazioni relative ai deflussi discontinui?

5. Il Governo può illustrare uno scadenzario approssimativo per i diversi passi di pianificazione e le possibilità di influenza?

6. Quando e in quali zone può essere prevista una prima tappa di realizzazioni edilizie?

Coira, 5 dicembre 2013

Pfenninger, Deplazes, Baselgia-Brunner, Frigg-Walt, Gartmann-Albin, Jaag, Kappeler, Locher Benguerel, Müller (Davos Platz), Noi-Togni, Peyer, Pult, Thöny, Trepp, Hensel, Monigatti

Risposta del Governo

Con la modifica della legge federale del 24 gennaio 1991 sulla protezione delle acque (legge sulla protezione delle acque, LPAc; RS 814.20) posta in vigore il 1° gennaio 2011, sono stati creati nuovi compiti la cui attuazione spetta ai Cantoni. Lo scadenzario è molto ambizioso e costituisce un'importante sfida in particolare per i Cantoni di montagna. Con decreto n. 467 del 17 maggio 2011, il Governo ha messo a disposizione le necessarie risorse e ha creato una commissione d'accompagnamento esterna nella quale sono rappresentante le centrali idroelettriche, l'agricoltura, nonché le organizzazioni ambientaliste e le associazioni di pescatori. Per via dei diversi compiti e delle diverse competenze, nonché delle differenti necessità di spazio, alle domande formulate nell'intervento parlamentare si deve rispondere distintamente secondo i compiti.

Nella pianificazione strategica delle rivitalizzazioni sono definiti tratti di corsi d'acqua che entrano prioritariamente in considerazione per rivitalizzazioni a seguito di analisi oggettive e di criteri settoriali.

Il piano di misure consolidato relativo al risanamento di pregiudizi arrecati da deflussi discontinui, all'accessibilità per i pesci, nonché al regime detritico deve illustrare in quali corsi d'acqua vi sono dei pregiudizi e con quali misure possono essere ottenuti quali effetti.

1. Ancora prima delle vacanze estive 2014 verrà avviata una consultazione relativa alla pianificazione strategica delle rivitalizzazioni e al contempo ne verrà avviata una relativa alla determinazione dello spazio riservato alle acque lungo i grandi fiumi di valle. I comuni avranno così la possibilità di annunciare i loro possibili progetti per la pianificazione delle rivitalizzazioni. I diretti interessati, ma anche la popolazione generale, avranno la possibilità di esprimere le proprie richieste in particolare in occasione di un progetto di rivitalizzazione concreto, nella determinazione dello spazio riservato alle acque nella pianificazione delle utilizzazioni oppure nel processo di autorizzazione di misure edilizie contro i deflussi discontinui.

2. La cerchia degli interessati e il margine di manovra differiscono a seconda del compito di protezione delle acque e rispetto a una questione legata al Progetto territoriale sono sempre più piccoli. Nell'attuale fase dei compiti di protezione delle acque, un ampio processo di partecipazione è poco sensato e nemmeno è possibile, per via delle condizioni quadro temporali.

3. Nel quadro di procedure consolidate, si devono coinvolgere i diretti interessati e tutta la popolazione quando i progetti hanno raggiunto una fase di elaborazione sufficientemente dettagliata, che permetta di riconoscere l'interesse diretto e i conflitti.

4. In caso di progetti di rivitalizzazione possono risultare conflitti di utilizzazione ad esempio nei settori dell'agricoltura, della protezione dalle piene, delle captazioni di acqua potabile in acque sotterranee, delle vie di comunicazione, delle foreste, delle zone edificabili e delle estrazioni di ghiaia. Questi conflitti dipendono sempre molto dal progetto concreto. In caso di interventi edilizi per l'eliminazione dei deflussi discontinui possono ad esempio risultare conflitti con la protezione del paesaggio o dei biotopi o con i deflussi residuali in caso di centrali a derivazione.

5. Lo scadenzario risulta direttamente dai termini fissati nella legge sulla protezione delle acque. I conflitti vanno risolti all'interno della procedura di pianificazione e di autorizzazione definita: entro fine 2014 andrà sottoposta alla Confederazione una pianificazione strategica delle rivitalizzazioni, che andrà aggiornata ogni 12 anni e che servirà alla Confederazione quale base per l'attribuzione delle priorità per i contributi federali. La determinazione degli spazi riservati alle acque dovrà essere completata entro il 2018. A fine 2014 andranno consegnati alla Confederazione i piani di misure relativi al risanamento dei pregiudizi arrecati da deflussi discontinui dovuti a centrali idroelettriche, relativi alla migrazione dei pesci e relativi al regime detritico. L'Ufficio per la natura e l'ambiente intende portare avanti l'elaborazione concreta delle misure per quanto possibile secondo un processo partecipativo.

6. Per via della sovranità sulle acque, i progetti di rivitalizzazione devono comunque essere avviati dai comuni. Le misure per il risanamento dei pregiudizi arrecati dai deflussi discontinui dovranno essere attuate dai gestori di centrali idroelettriche al più tardi entro il 2030. L'attuazione si orienta alla loro pianificazione, alla fattibilità, all'attuabilità e alla proporzionalità di una misura e ai mezzi finanziari della Confederazione a disposizione per i risanamenti.

27 febbraio 2014