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Il Governo grigionese sottopone al Gran Consiglio un controprogetto all'iniziativa popolare "Sì all'energia pulita senza carbone" e si pronuncia a sua volta a favore di un abbandono del carbone. Secondo il Governo, l'abbandono immediato richiesto dall'iniziativa si trova però in contraddizione con la politica energetica della Confederazione e del Cantone. Questo passo deve perciò essere effettuato a tappe. 

Il 19 ottobre 2011 è stata depositata alla Cancelleria dello Stato dei Grigioni l'iniziativa popolare cantonale "Sì all'energia pulita senza carbone", corredata di 4366 firme valide. L'iniziativa, presentata in forma di proposta generica, richiede che nella Costituzione cantonale venga inserita una chiara dichiarazione contro le centrali a carbone. In particolare, nei limiti delle proprie possibilità giuridiche e politiche, il Cantone deve fare in modo che le società alle quali partecipa non effettuino investimenti in centrali a carbone.

Secondo il Governo, l'iniziativa popolare persegue due obiettivi sostanzialmente diversi nel settore della produzione di elettricità con centrali a carbone. Da un lato si rivolge in modo molto generale e a lungo termine contro il carbone quale vettore energetico e richiede che in futuro le imprese con partecipazione cantonale si comportino di conseguenza (divieto della tecnologia). D'altro lato, l'iniziativa vuole impedire il previsto progetto di centrale a carbone a Saline Joniche (Regione Calabria, Italia) dell'impresa elettrica grigionese Repower. Il Governo giudica in modo diverso questi due intenti dell'iniziativa. 

In primo piano un abbandono ordinato
Il Governo grigionese è favorevole a una riduzione della quota di energie fossili impiegate per la produzione di elettricità, in sintonia con la strategia energetica 2050 della Confederazione. La dipendenza internazionale reciproca nel mercato dell'elettricità e la trasformazione in atto a livello nazionale nell'approvvigionamento energetico richiedono però una procedura a lungo termine con tappe intermedie. La Confederazione prevede che nel corso dell'abbandono dell'energia nucleare, a partire circa dal 2025 una parte della produzione di elettricità andrà coperta con una generazione di centrali a gas, con corrispondente emissione di CO2. Anche l'Italia, che copre oggi circa il 70 per cento del suo fabbisogno di elettricità con vettori che emettono CO2 quali gas, carbone e petrolio, per motivi di approvvigionamento dovrà permettere almeno una nuova generazione supplementare di centrali termiche.

La maggior parte degli investimenti effettuati da Repower nella costruzione di centrali elettriche è già oggi destinata alle energie rinnovabili. Il progetto di centrale a carbone di Saline Joniche deve per contro garantire il carico di base dell'impresa elettrica in Italia. Un'uscita immediata di Repower dal progetto non terrebbe conto delle realtà della politica energetica e dell'economia energetica in Svizzera e all'estero. Il progetto contribuisce a garantire un approvvigionamento elettrico affidabile.

L'iniziativa minaccia inoltre l'attività commerciale di Repower, che oggi consegue una parte considerevole dei suoi utili attraverso il commercio e la distribuzione nella vicina Italia e in altri mercati esteri. Diversamente dalla concorrenza, a Repower verrebbero poste delle regole con effetti a breve termine. Si deve evitare questo indebolimento dell'impresa elettrica, che ha una grande importanza economica per il Cantone dei Grigioni. Repower contribuisce in modo determinante al futuro economico dei Grigioni. 

Sicurezza giuridica per Repower
Con il controprogetto del Governo si intende permettere a Repower di portare avanti ed eventualmente realizzare la centrale di Saline Joniche, che si trova già in una fase avanzata di progettazione. Il Governo è convinto che gli investimenti finora attuati nel progetto non debbano essere vanificati retroattivamente. In relazione a questo progetto, Repower si è affidata alle condizioni quadro politiche e legislative vigenti in Svizzera e in Italia. Con il controprogetto del Governo si deve perciò tenere conto del principio della sicurezza giuridica e della tutela della buona fede.

Quale impresa con partecipazione del Cantone, in futuro Repower dovrà però assolutamente rinunciare a nuovi investimenti in progetti di centrali a carbone. Il controprogetto del Governo all'iniziativa popolare "Sì all'energia pulita senza carbone" recita quindi: "Con una disposizione nella Costituzione cantonale, il Cantone provvede a fare in modo che le società alle quali partecipa non effettuino nuovi investimenti in centrali a carbone." 

Iniziativa e controprogetto sottoposti al Popolo
Il Governo respinge l'iniziativa popolare "Sì all'energia pulita senza carbone" e chiede al Gran Consiglio di raccomandare al Popolo l'accettazione del controprogetto. Il Gran Consiglio si occuperà nella sessione di febbraio 2013 dell'iniziativa e del controprogetto del Governo. La votazione popolare necessaria per un'eventuale revisione della Costituzione cantonale si terrà nel settembre 2013. 
 

Persona di riferimento:
Consigliere di Stato Mario Cavigelli, Direttore del Dipartimento costruzioni, trasporti e foreste, tel. 081 257 36 01


Organo: Governo
Fonte: it Cancelleria dello Stato dei Grigioni
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