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Nel mio atelier di scrittura desideravo che le canzoni potessero diventare ciò che erano un tempo – o che sono ancora in alcune regioni: portatrici di vita e di storie. Cantare insieme mentre si lavora, mentre si sta in compagnia, come momento di un'identità condivisa.

«Il nostro gruppo è diventato una famiglia», scrive Sakhi. Ricordo: mia nonna in Calabria cantava con le sue amiche durante ogni attività, e ogni attività aveva una canzone diversa. Mi stupiva che non cantasse anche nel sonno.

Le canzoni nate a Terra Vecchia sono legate a un'attività, alla ricerca delle persone che si trasforma in canto. Riflettono le storie delle persone che si incontrano lì.

«Io di solito sono un po' triste, ma quando sono lì per parlare, scrivere e cantare - Terra Veccha mi fa sentire come in cielo», dice Mohammad.

Le storie, spesso segnate dall'esperienza della fuga, dell'abbandono, e quindi intrise di profonda tristezza, si trasformano nella canzone in una melodia orecchiabile che si lascia diffondere. Mi sembra che le tante persone diverse che qui si dedicano al racconto e al canto ripetano ciò che da bambino chiamavo «la magia di mia nonna».

«Le mie parole e quelle degli altri diventano poesia. E ballano con la musica», dice Ali Soroush.

È come un ritorno alle origini, quando il canto serviva a scacciare le belve feroci, ma non gli stranieri. Per loro doveva essere il canto dell'accoglienza.

 

 

Francesco Miecieli - Quando il ricordo si fa suono della lingua


Francesco Micieli, nato nel 1956 a Santa Sofia d'Epiro, nel sud Italia, appartiene alla minoranza linguistica albanese degli Arbëreshë. Nel 1965 si trasferì con la famiglia nell'Emmental – un'infanzia tra lingue e culture che contraddistingue ancora oggi la sua opera letteraria. Come afferma lui stesso, fu forse proprio questa esperienza a spingerlo verso la scrittura. Di conseguenza i suoi racconti, poesie, libretti e progetti teatrali si muovono spesso nei territori della memoria ed esplorano le zone intermedie dell'identità culturale.

Micieli accompagna processi di scrittura in diverse istituzioni educative e culturali. Nel quadro del progetto interculturale Terra Vecchia, nell'omonima località ticinese, ha sviluppato insieme a giovani rifugiati e abitanti del luogo testi di canzoni ispirati alla tradizione orale afghana. Questi sono stati messi in musica da musiciste e musicisti, cantati e filmati dagli stessi partecipanti, e successivamente pubblicati in un canzoniere curato con grande attenzione.